I miei luoghi felici

Stasera ho deciso di preparare le polpette di melanzane. Anzi, in realtà l’ho deciso ieri quando ho cotto le melanzane nel forno. Hanno bisogno di una preparazione lenta, non lunga, lenta. Hanno bisogno del loro tempo.

Lo chiamano comfort-food; è il cibo che ti conforta, una coccola per il palato e per lo spirito. Io lo chiamo “luogo felice” perché per me il cibo che ti riporta alla mente un ricordo piacevole, un’emozione o una persona a cui hai voluto bene, non è solo un piatto, è proprio un luogo dell’anima che mi accoglie e fa sentire bene, semplicemente.

Questa ricetta me l’ha regalata una persona della mia infanzia, amica di famiglia, Augusta. Donna di nobili origini siciliane, diseredata dal padre perché aveva scelto di amare l’uomo che piaceva a lei e non il buon partito scelto dalla sua famiglia. Dopo aver sposato il suo grande amore e aver avuto quattro figli, si era ritrovata a doverla mantenere quella sua bella famiglia, perché il marito non solo era povero in canna ma era pure uno scansafatiche.

Così l’ho conosciuta. Abitava nel cortile delle case popolari di via Broseta a Bergamo, al piano terra della “portina” numero due, il cortile dove abitava anche mia nonna, alla portina numero uno. E faceva un po’ di tutto, la sarta, la donna delle pulizie. E cucinava benissimo.

Il Cortile. Potrei scrivere un libro sulla vita del cortile di via Broseta. C’erano tanti bambini, le porte erano sempre aperte, non metaforicamente, erano proprio aperte. Ci si fidava, forse perché non c’era niente da rubare. E noi bambini giravamo dentro e fuori queste case. Tra le risate, i giochi, le corse e le urla di chi magari stava passando lo straccio sui pavimenti. C’erano i personaggi del cortile. La signora Mirella mamma del Giagi, la gattara Cesarina che abitava nell’appartamento sopra mia nonna e mi aveva regalato dei mobili per le bambole; c’era la Teresa Papini che abitava di fronte ed era stata lasciata dal marito con cinque figli piccoli; c’era la Sofia, una degli otto figli della signora Maria, che mi abbracciava stretta ogni volta che mi vedeva; c’era la mamma di Alessandro Carrera, vedova di un alpinista, morto durante una scalata; c’era il signore con l’impermeabile e il cappello che andava a comprare il latte tutti i giorni e ci sgridava perché giocavamo a pallone; c’era la signora Gambarelli, mamma del dottore e di quella signora dell’edicola; c’erano la signora Minetti e la signora Colombo e tutte le altre “amiche della tombola” di mia nonna. Non ho mai capito come potesse chiamarle amiche, quando per una cinquina si sarebbero pure scannate. Poi c’eravamo noi, i monelli del cortile, che durante le vacanze da scuola stavamo fuori tutto il giorno a giocare a figurine, a biglie, a elastico, a nascondino. Ci si divertiva tantissimo.

Augusta mi aveva dato la sua ricetta delle polpette di melanzane quando già andavo all’università. Passando davanti a casa sua per andare a trovare mia nonna non potevo non fermarmi sentendo quei profumi, e di ricette gliene ho chieste tante. Lei era sempre appoggiata alla finestra a fumare le sue sigarette e quando arrivavo ci si fermava a chiacchierare. La vita non era stata buona con lei. Oltre al marito, l’aveva colpita un’altra disgrazia: la sua unica figlia femmina era morta prematuramente distruggendo la donna forte che era. Per fortuna le aveva lasciato sua figlia di un anno, uguale identica a lei, da crescere e da abbracciare forte forte ogni volta che veniva assalita da quel dolore indicibile. Pochi anni dopo, quel suo brutto vizio di stare alla finestra in compagnia delle sigarette, l’ha portata via. La piccola Sarita ha perso la mamma due volte.

Quante volte sono passata davanti alla sua finestra sentendo in gola la mancanza di quella grande donna.

Il cortile da tempo ormai era solo il fantasma di quel luogo felice che era stato, ma con l’assenza di Augusta non è più stato come prima.

Stasera con le mie polpette sono tornata in quel cortile e sono felice. Leggera e spensierata come la bambina che sono stata e come la donna e mamma che ora sono.

POLPETTE DI MELANZANE

Ingredienti per 4 persone:

4 melanzane tonde

1 uovo

100 g di parmigiano grattugiato

200g di scamorza

Olio di semi di girasole

Pangrattato q.b.

Sale e pepe q.b.

Menta q.b.

Dopo averle lavate e asciugate, bucate un paio di volte con una forchetta le melanzane intere e cuocetele in forno statico per 90 minuti a 180 gradi, rigirandole un paio di volte.

Lasciatele raffreddare e poi spelatele togliendo il peduncolo.

Schiacciatele con una forchetta fino a renderle una purea, aggiungete 1 uovo, il parmigiano, la menta tritata, sale e pepe. Se il composto risulta troppo morbido aggiungere 1-2 cucchiai di pangrattato.

Lasciate il composto in frigo per una notte, ben chiuso in un contenitore o coperto da pellicola. I sapori si devono amalgamare.

Il giorno dopo, formare delle polpette allungate con all’interno un pezzo di scamorza e passatele nel pangrattato.

Friggetele in olio ben caldo e, quando appaiono ben dorate, toglietele dall’olio e adagiatele su carta assorbente.

Provatele sia calde che fredde.

E fatemi sapere

https://m.youtube.com/watch?v=KtBbyglq37E